Il Piccolo Aventino. L’appendice orientale dell’Aventino, cinta anch’essa in parte dalle Mura Serviane (nelle quali si apriva, a est, l’unica porta di questo settore, la Porta Naevia) era inclusa nella XII regione. Il nome di Piscina Publica le deriva da un bacino, forse artificiale, creato prima del 215 a.C. (quando ne troviamo la prima menzione) e che scomparve assai presto. Sul colle, in vicinanza di S. Saba, era la caserma della IV coorte dei Vigili. Ai piedi della rupe, sul lato nord, era il tempio della Bona Dea Subsaxana.
Tra le molte abitazioni ricordate nel quartiere, l’unica della quale ci è pervenuto qualcosa è la Domus Cilonis, la casa di L. Fabio Cilone, donata a questo personaggio, praefectus urbi nel 203 e console nel 204, dal suo imperiale amico Settimio Severo. Parti importanti di essa sono inglobate nella chiesa di S. Balbina, alle pendici settentrionali del colle. Nel convento prossimo alla chiesa (ora Ospizio di S. Margherita) si vedono notevoli resti di murature in opera mista, di età adrianea, mentre la chiesa stessa è un edificio piú tardo, del IV secolo d.C.
L’area compresa tra le Mura Serviane e quelle Aureliane, a sud della Via Appia (il cui primo tratto fuori della Porta Capena fu sostituito da Settimio Severo con una larghissima strada, chiamata Via Nova) era caratterizzata soprattutto da tombe e da case di età imperiale. Alcune di queste furono demolite per costruire il piú grande monumento della zona, le Terme di Caracalla.
Una di esse, nella vigna Guidi, fu scavata nel 1858, e rivelò numerosi ambienti ricchi di mosaici, pitture e opere scultoree. Saggi recenti in uno di essi (1970) hanno consentito una datazione precisa dell’edificio, e hanno rivelato i resti, ben conservati e ricostruibili, di un magnifico soffitto dipinto di età tardo adrianea (circa 130-138 d.C.).
Fonte: Guida Archeologica di Roma di Filippo Coarelli Mondadori editore 1974